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Come calcolare la propria capacità di risparmio

Come calcolare la propria capacità di risparmio

Come calcolare la propria capacità di risparmio

Calcolare la propria capacità di risparmio offre a individui e famiglie l’opportunità di gestire in maniera più strategica le proprie finanze e di puntare alla crescita del proprio benessere presente e futuro.

In questo articolo vedremo come si calcola il tasso di risparmio applicando una semplice formula matematica e, nel farlo, offriremo anche un esempio numerico.

Scopriremo, poi, l’importanza di risparmiare prima di spendere, accantonando il denaro per spese e investimenti futuri prima di procedere con i consumi periodici.

Vedremo come applicare il metodo di risparmio 50/30/20, in modo da semplificare la gestione delle spese e degli accantonamenti senza l’impegno di una annotazione analitica di entrate e uscite.

Parleremo, inoltre, dell’individuazione degli obiettivi di risparmio quale strategia fondamentale per accantonare il proprio denaro e investirlo in maniera coerente. Infine, vedremo perché per raggiungere l’obiettivo di risparmio previdenziale la scelta ideale è l’adesione a un fondo pensione negoziale.

Come si calcola il tasso di risparmio?

Il tasso di risparmio di un individuo o di una famiglia è un indicatore, espresso sotto forma di percentuale, utile a capire quale porzione di reddito è dedicata agli accantonamenti per spese/obiettivi futuri.

Nel dettaglio, il tasso può essere determinato con la formula seguente:

(Reddito – Consumi) / Reddito x 100

Facciamo un esempio numerico per comprendere meglio il funzionamento di questa formula. 

In un mese abbiamo i seguenti dati.

Reddito2.000 euro
Consumi1.500 euro
Risparmio500 euro

Il nostro tasso di risparmio sarà quindi:

(2.000 – 1.500) / 2.000 x 100 = 500 / 2.000 x 100 = 25%

Data questa formula, vediamo che il tasso di risparmio cresce al crescere del reddito e/o al ridursi dei consumi. In sostanza aumentando le entrate e/o riducendo le uscite, la percentuale di risparmio sarà più elevata.

Tuttavia, per determinare la propria capacità di risparmio periodica (settimanale, mensile, annuale, ecc.) occorre innanzitutto avere piena contezza delle proprie entrate e uscite, altrimenti sapere quali sono le possibilità di accantonamento e pianificazione per i propri progetti futuri diventa molto difficile.

Risparmiare prima di spendere

Un modo per semplificare le operazioni di risparmio, ed essere anche più disciplinati su questo punto, è quello di ribaltare il concetto di risparmio, ovvero non risparmiare più quanto “avanza” a fine mese dopo aver sostenuto tutte le spese del periodo, ma accantonare subito parte del reddito percepito per dedicare ai consumi la sola parte restante.

In questo modo il risparmiatore dovrà gestire il denaro disponibile per pianificare le proprie spese, da quelle strettamente necessarie a quelle dedicate a consumi non essenziali, sapendo che ha già risparmiato una quota di reddito.

Risparmiare prima di spendere aiuta a fare una serie di riflessioni legate al monitoraggio delle spese periodiche e alla revisione delle stesse, ad esempio cambiando operatori per le forniture di luce e gas, valutando le spese bancarie applicate sul conto, decidendo di ridurre i pasti fuori casa, ecc…

In sostanza, ribaltare il concetto del risparmio, spostandolo al primo posto prima dei consumi, è già il primo passo per essere più efficaci sia sul fronte degli accantonamenti sia su quello dei consumi, andando a individuare le eventuali situazioni di spreco o di spesa fuori norma che possono essere in qualche modo corrette.

Metodo di risparmio: la regola del 50/30/20

Per semplificare le operazioni di risparmio e di attribuzione del reddito ai diversi consumi personali e/o familiari, è possibile applicare un semplice metodo: la regola 50/30/20.

Si tratta di una tecnica piuttosto facile da applicare, che prevede la suddivisione del 100% del reddito disponibile in tre categorie, come segue:

  • 50% per le necessità, cioè per quelle spese a cui non è possibile rinunciare per vivere, come la spesa alimentare, il mutuo o l’affitto, le bollette, ecc.;
  • 30% per lo svago e il tempo libero, dunque spese non strettamente necessarie per la sopravvivenza ma fondamentali per innalzare la qualità della propria vita, come mangiare fuori, andare in vacanza, assistere a un concerto, ecc.. In questo caso, si tratta di scelte molto personali, perché ognuno ha le proprie esigenze in termini di svago e di gestione del tempo libero, a differenza delle necessità di base che ci accomunano tutti;
  • 20% per il risparmio o per ripagare i propri debiti, magari anticipandone il rimborso per liberare risorse.

Esiste poi una versione di questa regola maggiormente orientata alle spese necessarie, cioè la 70/20/10, che le incrementa notevolmente (portandole al 70%), lasciando invariata la quota destinata a risparmio o rimborso dei debiti (20%) e limitando la parte dedicata allo svago (10%). Questa regola potrebbe essere applicata in una fase iniziale di pianificazione di consumi e risparmio per poi passare a regime alla 50/30/20.

L’importanza di definire i propri obiettivi di risparmio

Conoscere e definire i propri obiettivi di risparmio, o quelli dell’intera famiglia, è fondamentale per accantonare le risorse necessarie in maniera opportuna. Si tratta dell’attività di base per poter avviare una corretta pianificazione finanziaria.

Gli obiettivi possono essere definiti tenendo presenti:

  • la situazione personale e familiare, necessaria anche per una revisione periodica degli obiettivi, che possono cambiare nel tempo (ad esempio perché nasce un figlio o semplicemente perché con il passare del tempo si invecchia);
  • i progetti futuri per sé e per i familiari, come l’università per i figlio o la pensione integrativa;
  • il tempo a disposizione per i diversi obiettivi, poiché la differenza tra breve, medio o lungo termine è importante per definire gli importi da accantonare e le tipologie di investimento su cui puntare.

Inoltre, risparmiare per specifici obiettivi consente di essere molto più disciplinati e regolari negli accantonamenti rispetto a un’attività di risparmio non finalizzato, sicuramente più complessa da portare avanti e più facile da intaccare per spese non essenziali.

Risparmio previdenziale: perché scegliere il fondo pensione?

Veniamo a uno degli obiettivi di risparmio più importanti nella vita di un individuo e della sua famiglia: quello previdenziale.

Parliamo di risparmiare mese dopo mese, anno dopo anno, per costituire una adeguata integrazione all’assegno pensionistico pubblico, in modo da tutelare il proprio tenore di vita anche in età avanzata, quando peraltro le esigenze cambiano e possono rendersi necessarie risorse aggiuntive (ad esempio legate a una limitata o assente autosufficienza).

Ecco che, se il proprio obiettivo è il risparmio a fini previdenziali, l’adesione a un fondo pensione negoziale come Telemaco rappresenta la risposta più opportuna sia in termini di risparmio che di investimento.

Aderendo a un fondo pensione, infatti, è possibile accumulare risparmi derivanti da:

  • accantonamento del TFR, che viene destinato al fondo anziché essere mantenuto in azienda;
  • eventuale contributo mensile, versato al fondo dal lavoratore sulla base di una minima percentuale dello stipendio;
  • contributo aggiuntivo del datore di lavoro, in caso di versamento del contributo mensile, che va a integrare il risparmio previdenziale;
  • contributi volontari una tantum nel caso in cui ci siano delle disponibilità finanziarie aggiuntive che si desidera destinare alla previdenza complementare.

Il montante così accumulato viene poi investito dal fondo, che punta ad accrescerne l’importo attraverso i rendimenti, al netto di imposte e costi di gestione. Questi ultimi, nel caso dei fondi negoziali, che sono istituiti senza scopo di lucro e operano nell’esclusivo interesse degli aderenti, sono molto contenuti rispetto alle altre forme di previdenza complementare (fondi aperti e PIP).

Inoltre, la previdenza complementare è destinataria di un trattamento fiscale più favorevole rispetto a qualsiasi altra forma di investimento, a ulteriore riprova che si tratta dello strumento giusto per rispondere a questo specifico obiettivo, che va assolutamente individuato fra le diverse opzioni personali fin dal primo impiego, in modo da ottimizzare sia le operazioni di accantonamento, sia quelle di investimento. 

Leggi anche il nostro articolo I vantaggi della pensione integrativa per i giovani.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota informativa.

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